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Alberto Cirio, presidente Regione Piemonte, con i capigruppo |
“Il
timone del governo della Regione è ben saldo e raggiungeremo i
risultati che ci siamo prefissi; ma dovremo affrontare con serietà
una difficile e molto complessa situazione dei conti, ereditata dal
passato.
Abbiamo adottato ogni correttivo possibile, però ci vuole
responsabilità da parte di tutti, maggioranza e opposizione”: lo
ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto
Cirio,
alla vigilia del dibattito sul bilancio di previsione 2020. “Un
problema - ha chiarito Cirio - arriva dai vecchi debiti, la cui rata
dal 2020 sale a 500 milioni l'anno. L'altro è la storica criticità
della spesa sanitaria, che dopo l’uscita dal piano di rientro è
tornata a sforare. Finora la spesa in più è stata coperta con fondi
una tantum, ma questi sono esauriti e d’ora in poi non si potrà
più farlo”.
Il
presidente ha aggiunto che a n marzo verrà presentato il
nuovo Piano della Competitività,
che comprenderà investimenti per 500 milioni di euro “e sarà la
nostra azione di sostegno all’economia e all’occupazione”.
Cirio ha aggiunto: “Inoltre, sarà rifinanziata con 15 milioni la
legge che eroga risorse ai Comuni, sarà esentato per tre anni dal
pagamento del bollo auto chi acquista una nuova vettura rottamandone
una inquinante, saranno inserite risorse per i territori montani, le
Province, la protezione civile, l’edilizia scolastica. Entro marzo
verrà presentata anche una nuova legge sull'idroelettrico, che punta
alla realizzazione di nuovi invasi e far entrare nelle casse della
Regione le risorse relative alle concessioni”.
“Cercheremo
di liberare fondi – ha detto ancora Cirio - effettuando risparmi e
facendo pagare all’Unione Europea ciò che fino a oggi non ha
pagato, come i 20 milioni per le borse di studio e i 25 della quota
infrastrutturale del trasporto pubblico locale. Inoltre, metteremo la
massima attenzione per recuperare l’evasione del pagamento del
bollo auto”.
L’assessore
Icardi ha detto che per la Sanità la Regione dovrà spendere solo le
risorse trasferite dal fondo sanitario regionale, “che nel 2019
abbiamo sforato per 407 milioni e nel 2020 ammonteranno a 8,5
miliardi. Dal fondo nazionale avremo 80 milioni in più rispetto al
passato, ma non ci sarà altro a cui attingere”.
Come
ha precisato l’assessore Tronzano, oggi la Regione Piemonte ha un
debito complessivo di 9,3 miliardi di euro (al netto dei conti della
sanità): 4,2 miliardi collegati all’utilizzo del Decreto Legge che
ha consentito alle Regioni di chiedere allo Stato l’anticipo di
risorse e liquidità; 3,1 miliardi per mutui vari contratti dalla
Regione; 1,8 miliardi per l’acquisto dei derivati risalenti alla
Giunta Bresso e all’allora assessore Paolo Peveraro; 203 milioni
come prestiti obbligazionari.
Tutto
ciò si traduce in una “maxi rata” che la Regione deve restituire
ogni anno al sistema bancario e allo Stato, che per il 2020 sarà di
497 milioni di euro, 54 in più rispetto al 2019, mentre nel 2021 la
cifra salirà a 557 milioni.
La
sanità ha un bilancio autonomo, ma che, ovviamente, si riflette
sullo stato di salute generale delle casse della Regione. A marzo
2017 è terminato il piano di rientro, che ha risanato i conti del
sistema sanitario. Da allora le aziende sanitarie hanno ricominciato
ad avere forte difficoltà di sostenibilità dei propri costi
ricorrendo alle sole fonti ordinarie di finanziamento, cioè il Fondo
sanitario regionale e le cosiddette entrate proprie (per esempio il
ticket). Secondo questa analisi, l’incapacità di copertura delle
spese è stata di 107,5 milioni nel 2017, di 302 milioni nel 2018 e
407 milioni nel 2019. I conti sono stati chiusi in pareggio perché
sono state utilizzate tutte le risorse risparmiate negli anni e nelle
disponibilità delle Asl e della Regione.
Nnel
2019, per coprire il disavanzo, oltre a tutte queste risorse già
utilizzate per la copertura dei due anni precedenti, si è usato il
fondo di tutti i residui attivi/passivi, comprese le risorse
incassate negli ultimi dieci anni attraverso le sanzioni dello
Spresal per violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro (circa
20 milioni).