“Il danno di immagine provocato al
nostro Paese dal coronavirus è alquanto pesante. Molti settori
produttivi – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della
Cgia, Paolo Zabeo – sono già allo stremo; per questo chiediamo al
Governo di approvare subito un intervento di medio-lungo termine che
preveda il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e
l’estensione degli stessi ai settori che oggi ne sono sprovvisti,
si rafforzino le misure di accesso al credito delle pmi e la Pubblica
Amministrazione paghi tutti i debiti che ha contratto con i propri
fornitori”.
Oltre a questo, la Cgia chiede di
rilanciare anche gli investimenti pubblici.
A quanto potrebbero ammontare gli
effetti del coronavirus sulla nostra economia ? Secondo l’Ufficio
studi della Cgia è molto difficile quantificare economicamente
l’impatto, anche perché molto dipenderà dalla durata temporale di
questa fase emergenziale. Tuttavia, si segnala che nelle settimane
scorse il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha
ipotizzato una “perdita” di qualche decimale di Pil. Se, ad
esempio, la ricchezza prodotta dovesse scendere di 0,4 punti
percentuali, come prevedono alcuni istituti di ricerca, il danno
economico ammonterebbe a circa sette miliardi di euro. Una cifra,
comunque, puramente indicativa che, è bene sottolinearlo, non è
supportata da alcun riscontro statistico.
Le richieste rivolte dalla Cgia al
Governo appaiono più che giustificate, visto che i dipendenti del
settore del turismo e tutto il comparto delle micro imprese, inclusi
i titolari di queste ultime, non beneficiano di alcuna misura di
sostegno al reddito in caso di crisi aziendale. La stretta
creditizia, purtroppo, è proseguita anche nell’ultimo anno. Tra il
dicembre del 2019 e lo stesso mese del 2018, gli impieghi vivi alle
imprese sono diminuiti di 33 miliardi di euro (-4,9%). “Questa
contrazione, che ormai dura ininterrottamente dal 2011, sta mettendo
a dura prova la tenuta finanziaria di moltissime piccole e
piccolissime attività che da sempre sono a corto di liquidità e
sotto capitalizzate” dicono alla Cgia.
Inoltre, anche a seguito della sentenza
di condanna inflitta all'Italia nel mese scorso dalla Corte di
giustizia europea, la nostra Pubblica Amministrazione deve pagare i
debiti commerciali contratti con i propri fornitori. Secondo le stime
elaborate dalla Banca d’Italia, il debito ammonterebbe a 53
miliardi di euro, metà del quale sarebbe imputabile alla violazione
dei tempi di pagamento che, secondo la Direttiva europea impone alle
Amministrazioni pubbliche termini di pagamento non superiori a 30
giorni e, solo per il settore sanitario, 60 giorni.
Nel 2018, il Pil è stato di 390,3
miliardi di euro in Lombardia, 163,2 miliardi in Veneto, 161,7
miliardi in Emilia-Romagna, 137,5 miliardi in Piemonte e 50,1
miliardi in Liguria. Quanto all'export di queste regioni, sempre nel
2018, è ammontato a 127,3 miliardi in Lombardia, 63,6 in Veneto,
63,8 in Emilia-Romagna, 48,3 in Piemonte e 7,5 in Liguria.
Queste cinque regioni, nel 2017 (ultimi
dati disponibili) hanno versato al fisco 282,4 miliardi e fatto
investimenti fissi lordi per 160,5 miliardi.