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Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino con Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte |
Alla
vigilia dell'inaugurazione del nuovo anno accademico, rettore Guido
Saracco ha anticipato alcuni temi della sua relazione e ha
raccontato l’evoluzione del Politecnico negli ultimi mesi, con le
prime fasi di applicazione del Piano Strategico 2018-2024.
“È
indispensabile che la nostra università si apra a una stretta
collaborazione con i principali attori dello sviluppo economico, per
ciascuna delle proprie missioni (formazione, ricerca e terza
missione, tra cui il trasferimento tecnologico): innanzitutto, per
mantenersi aggiornata attraverso il contributo di chi opera
quotidianamente (professionisti, manager, funzionari, ecc.) nella
società in rapido cambiamento. È il cambio di paradigma, che il
nostro piano strategico identifica come il passaggio da una
“Università Fabbrica” che consegna laureati e risultati di
ricerca all’industria e gli altri attori dello sviluppo sociale a
una “Università Piattaforma”, che realizza compiutamente
formazione e ricerca in collaborazione stretta con queste ultime
controparti”.
“Abbiamo
già intrapreso percorsi per il miglioramento continuo della nostra
didattica nel nostro “Teaching
Lab”, che,
con i suoi esperti, consentirà ai nostri docenti di aggiornarsi
sulle nuove tecniche della didattica centrata sullo studente. Stiamo
inoltre investendo nella riqualificazione di professionisti e di
maestranze attraverso il nostro Competence
Centre 4.0 e
la nostra Scuola
di Master e formazione permanente,
spesso come portatori delle conoscenze più approfondite nelle nuove
tecnologie, in collaborazione con associazioni imprenditoriali o
qualificate scuole di management. Anche a livello di Dottorato
abbiamo intrapreso azioni di approfondimento dei temi dell’Agenda
2030, in collaborazione con il Joint Research Center della Comunità
Europea e la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile.
Inoltre, stiamo stringendo una alleanza forte con le Fondazioni Its
del nostro territorio per poter far decollare compiutamente quel
sistema formativo professionalizzante basato su diplomi
Its di
5° livello e di laurea universitaria di 6° livello Isced”.
Per
quanto riguarda la ricerca, l’Ateneo mira a un maggiore impatto
della propria ricerca applicata e interdisciplinare, pur senza
trascurare quella fondamentale: “Potenzieremo
questi aspetti attraverso i nostri Centri
Interdipartimentali,
le nostre Infrastrutture
di ricerca,
i partenariati
con grandi gruppi industriali (Fca,
Eni, Avio Aero, General Motors, ecc.)”.
Evento
di punta dell’anno appena concluso, il Rettore ha ricordato che nel
2019 il Politecnico ha realizzato con grande successo un Festival
della Tecnologia,
per celebrare il suo 160° anniversario e per dare corso pieno a
quella componente della sua terza missione, la condivisione della
conoscenza con la Società. Il
Festival diventerà un appuntamento fisso di Torino, la Biennale
Tecnologia, che
avrà nuovamente luogo dal 12 al 15 novembre 2020, per poi essere
tenuta, ad anni alterni, con un’altra grande manifestazione
cittadina, ovvero Biennale Democrazia.
Un
Politecnico in evoluzione, quindi, che conferma nei numeri
le
solide basi di partenza da cui prende avvio il suo processo di
cambiamento: 35.700 studenti, 53 corsi tra primo e secondo livello di
formazione, 16 corsi di Dottorato per oltre 800 dottorandi, 6.700
studenti stranieri (il 16% del totale degli studenti) provenienti da
115 Paesi, 76 milioni di euro ricevuti su 119 progetti del programma
europeo Horizon 2020, 784 brevetti depositati e 60 spin-off
costituite. Questo solo per citare alcuni dei dati che fotografano un
Ateneo pronto a un’evoluzione verso un nuovo modello, che ha come
obiettivo la generazione di un più consistente impatto sociale.
“È
il cambio di paradigma che il nostro piano strategico identifica come
il passaggio da una “Università Fabbrica”, che consegna laureati
e risultati di ricerca all’industria e gli altri attori dello
sviluppo sociale a una “Università Piattaforma”, che realizza
compiutamente formazione e ricerca in collaborazione stretta con
queste ultime controparti. Il Politecnico – ha concluso il rettore
Saracco - sta dunque facendo del suo meglio per assolvere sempre
meglio alle sue rinnovate missioni, attraverso un uso etico delle
risorse che gli sono affidate dallo Stato e attraverso un condiviso
processo di riforma”.