Sul fronte dei brevetti, il nostro
Paese si posiziona al decimo posto della classifica internazionale
delle invenzioni depositate all’Epo.
Far crescere la cultura
dell’innovazione e della tutela della proprietà intellettuale è
perciò fondamentale per consentire al nostro sistema produttivo di
essere competitivo sui mercati internazionali. A questo scopo il
ministero dello Sviluppo Economico ha varato specifiche misure e
incentivi. Oltre 56 milioni di euro le risorse del ministero dello
Sviluppo Economico che, negli anni scorsi, hanno consentito a quasi
4mila imprese di effettuare la registrazione di oltre 4mila marchi
all’estero, la valorizzazione di 643 disegni e modelli e il
riconoscimento di 44 marchi storici. Secondo Carlo Sangalli,
presidente di Unioncamere nazionale, “brevetti, marchi e disegni
sono asset immateriali che costituiscono per le aziende un fattore
determinante per un vantaggio competitivo di lungo termine, con
effetti importanti sulle economie territoriali. In Italia un posto di
lavoro su tre, cioè quasi sette milioni di posti di lavoro, si trova
nelle aziende che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti. Queste
aziende contribuiscono, da sole, al 46,9% del nostro Pil”.
L’Italia è decima per numero di
brevetti depositati nel 2018 all’Epo. Malgrado un buon recupero
rispetto al 2016 (+5,4%), i 4.400 brevetti depositati da imprese,
fondazioni, enti pubblici e inventori italiani rappresentano il 2,5%
delle 174mila domande pervenute. A trainare saldamente la classifica
sono gli Stati Uniti che, nel 2018, hanno depositato oltre 43mila
domande (un quarto di tutte quelle pervenute). Alle spalle degli Usa,
la Germania, con quasi 27mila domande (il 15,3% del totale), quindi
il Giappone (oltre 22mila domande, pari al 13% del totale).
Non migliora il posizionamento
dell’Italia anche a livello internazionale. Considerando le domande
di brevetto depositate nel 2018 al Wipo, l’Italia si colloca
all’undicesimo posto con 3.337 invenzioni, pari all’1,3% delle
253mila domande presentate.
Maggiore l’attenzione che il nostro
Paese mostra alla tutela dei marchi. Poco meno di 12mila le domande
presentate nel 2019 all’Euipo. Rispetto ai 95mila marchi depositati
dai Paesi europei, l’Italia si aggiudica così una quota superiore
al 12% e una bella medaglia d’argento, alle spalle della Germania.
Considerando invece i primi 25 Paesi del mondo per numero di domande
presso Euipo (quasi 132mila), l’Italia, con il 9% dei depositi,
risulta quarta alle spalle della Germania, degli Usa e della Cina.
Quasi l’80% delle domande italiane sono state depositate da
imprese.
Anche sul fronte dei disegni
comunitari, l’Italia nel 2019 è salita sul podio, occupando il
secondo posto dopo la Germania. Con circa 9.500 domande, infatti, il
nostro Paese rappresenta quasi il 17% del totale delle domande
depositate dai Paesi europei. Considerando invece i primi 25 Paesi
del mondo per numero di domande di disegno comunitario presso Euipo,
l’Italia si aggiudica il quarto posto dopo Germania, Cina e Usa. Ad
attivare la procedura di riconoscimento sono, nell’85% dei casi, le
imprese.