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La Ferrari Superfast |
Incomincia così la rubrica dedicata
alle quotate piemontesi, pubblicata oggi, domenica 12 gennaio, dal
Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera, della quale
è responsabile Marco Castelnuovo.
“Comunque – ha scritto il Corriere
Torino - la soddisfazione dei soci della Ferrari deriva non tanto dai
confronti con la Casa madre e con Fca (4,8 milioni di veicoli venduti
contro i 9.000 bolidi del Cavallino rampante; ricavi netti per 110
miliardi rispetto ai 3,7 dell'impresa di Maranello e 199.000
dipendenti a fronte dei neppure 4.000 costruttori dei gioielli a
quattro ruote famosi in tutto il mondo), quanto, piuttosto dalle
straordinarie performance borsistiche del loro titolo”.
Un anno fa, l'azione Ferrari quotava
96,36 euro, due anni fa 55,75 euro e 39,32 euro tre anni fa, pochi
giorno dopo l'esordio in Piazza Affari, avvenuto appunto il 4 gennaio
2016. Da allora, perciò, il suo prezzo è sostanzialmente
triplicato. Un affare strepitoso, per i soci della Ferrari, a partire
proprio da Exor, che ne possiede il 22,91% del capitale e il 32,75%
dei diritti di voto, oltre che condividerne il presidente, John
Elkann.
Ferrari è la partecipazione più
proficua di Exor e appare destinata a restare fuori dall'accordo
Fca-Psa, che prevede l'unione del colosso italo-americano guidato da
Mike Manley con quello francese formato da Peugeot, Citroen, Ds e
Opel-Vauxhall. La Ferrari, infatti, fa capo direttamente a Exor,
posizione che, invece, non ha l'altra grande marca delle auto
sportive di lusso del Gruppo diretto da John Elkann, la Maserati, la
quale è di Fca.
Ferrari brilla di luce propria. La sua
corsa ai rialzi può sorprendere, anche per l'andamento generalmente
non favorevole dei listini; ma certamente non frena gli investitori,
che continuano ad apprezzarla. Ancora nell'ultima settimana, il
titolo delle “rosse” ha guadagnato il 4,35%, mentre Fca ha perso
l'1,9%, terminando a 12,83 euro.