L'obiettivo
è fare
del Comune un luogo di prima accoglienza, di ascolto, di orientamento
e supporto per i soggetti più fragili e di collegamento diretto con
gli uffici giudiziari competenti.
Si potrà, a titolo esemplificativo, orientare e informare sugli
istituti di protezione giuridica (tutele, curatele, amministrazioni
di sostegno); disporre della modulistica adottata dagli uffici
giudiziari di riferimento; dare supporto alla predisposizione degli
atti che le parti (e gli ausiliari del giudice) possono redigere
senza l’ausilio di un legale; inviare atti telematici agli uffici
giudiziari; fornire consulenza sugli istituti di protezione
giuridica.
L’attivazione
di questi uffici, infatti, consente di delocalizzare alcune attività
prima eseguibili esclusivamente negli uffici giudiziari e di
integrare la rete dei servizi a tutela specialmente delle fasce
deboli. Dal punto di vista del sistema giudiziario, sono
sportelli decentrati,
che, grazie al personale comunale, permettono ai cittadini di avere
un riferimento vicino al luogo dove vivono e di usufruire di un
servizio completo di orientamento e di consulenza.
“Si
tratta di un progetto di grande interesse - ha dichiarato Fabio
Carosso, il vicepresidente e assessore agli Enti locali della Regione
Piemonte - e sono felice di sapere che ci sono molti Comuni
interessati. Evitare lo spopolamento dei paesi, soprattutto, nelle
Terre Alte, è una nostra priorità, perché solo così si cura e si
conserva il territorio. È quindi importante mantenere o creare nuovi
servizi come questi, che non costringano chi abita in un piccolo
paese a fare tanti chilometri per pratiche che oggi, grazie alla
telematica, possono essere sbrigate tramite computer”.
Attualmente
in Piemonte sono attivi tre Uffici di Prossimità: nell’Unione dei
Comuni di Moncalieri-Trofarello-La
Loggia, a Pinerolo e a Susa.
La
riforma della geografia giudiziaria ha consentito una
razionalizzazione delle risorse del sistema giustizia, ma ha
contemporaneamente ridotto la presenza di uffici sul territorio,
acuendo, peraltro, la pressione su quelli che sono stati mantenuti.
Per assicurare, comunque, una “giustizia di prossimità” il
ministero ha finanziato, grazie anche all’utilizzo del Fondo
sociale europeo (Fse) e dal Fondo europeo di Sviluppo regionale
(Fesr), un progetto complesso, diretto soprattutto alle “fasce
deboli”, alla cui costruzione la Regione Piemonte sta lavorando
insieme con la Liguria e la Toscana.