Nel ciclo de “I Lunedì della
prevenzione e della salute”, organizzato dall'associazione torinee
“Più vita in salute”, è stato trattato anche il tema “ La
salute delle nostre mani: prevenzione e terapia”. Relatore: Paolo
Titolo, esperto in chirurgia della mano e ricostruttiva (in
particolare delle lesioni nervose periferiche del plesso brachiale)
all’ospedale Cto di Torino.
Il clinico ha passato in rassegna le
più importanti disfunzioni che colpiscono le mani, costituite da un
numero notevole di ossa e diverse sono le patologie che si possono
manifestare, come per, esempio, una tetraplegia con lesione spinale a
seguito di traumi; la sindrome del tunnel carpale, il cosiddetto dito
a scatto, la sindrome di Quervain, la tendinite e la rizoartrosi.
«Relativamente ai traumi – ha
spiegato Paolo Titolo – le lesioni possono interessare il plesso
brachiale, ossia il complesso reticolare di nervi spinali che
provvede all’innervazione motoria e sensitiva di una parte del
torace, della spalla, del braccio e quindi della mano, con
conseguente tetraplegia. Nel soggetto tetraplegico il deficit della
funzione degli arti superiori può essere parziale o totale; ma può
anche interessare il tronco, gli arti inferiori e gli organi pelvici,
in conseguenza ad una lesione del midollo spinale».
La sindrome del tunnel carpale,
piuttosto frequente, è una patologia causata dalla compressione al
polso del nervo mediano, che si manifesta in forma irritativa con
parestesie e dolenzia; nella fase sensitiva o sensitivo-motoria
consegue l’ipoestesia, la riduzione della forza prensile,
difficoltà nell’eseguire determinati movimenti e, in caso di
paresi, si manifesta l’ipotrofia (deficit di opposizione). «La
causa non è nota – ha spiegato il relatore – tuttavia sono da
considerare le lesioni traumatiche, le connettivopatie, le malattie
infettive, il diabete, le tensinoviti. La diagnosi si fa eseguendo
un’elettromiografia ed eventuale elettroneurografia, oltre a
ulteriori approfondimenti con l’ecografia, la radiografia e la
risonanza magnetica».
Altra patologia comune è il cosiddetto
dito a scatto, che ha carattere infiammatorio e interessa i tendini
flessori delle dita ,i quali, a loro volta, sono circondati da una
sottile guaina sinoviale che forma un canale dentro al quale scorre
il tendine stesso. Questa guaina permette ai tendini di piegarsi ed
estendersi per eseguire il piegamento e la distensione delle dita.
«Interessa maggiormente le donne – ha precisato – intorno ai 50
anni ed è correlata a diabete (che incide nella misura del 10%),
gotta e patologie reumatiche; è causa di dolore, tumefazione e del
blocco/scatto delle dita. La diagnosi è piuttosto evidente ma nei
casi dubbi ci si avvale dell’esame ecografico; mentre per il
trattamento sono utili la fisioterapia e le infiltrazioni dall’esito
generalmente con buoni risultati, ma più modesti se il paziente è
affetto da diabete».
Non meno importante è anche la
sindrome De Quervain, un processo infiammatorio a carico della guaina
sinoviale dei tendini del pollice (abduttore lungo ed estensore
breve) che può indurre una serie di limitazioni funzionali della
mano, specie se si compiono certe attività,e la cui epidemiologia
include la prevalenza nelle donne verso i 45-50 anni. «Le cause sono
di origine traumatica nel 25% dei casi e il rischio aumenta in
soggetti che svolgono attività lavorativa in modo continuativo
sforzando l’atto della presa; comporta dolore che si localizza nel
primo tratto dorsale,e aumenta con il movimento della mano e del
pollice. L’indagine diagnostica si fa in con esame radiologico al
polso, utile anche per escludere l’artrosi radiocarpale ed
eventuali fratture allo scafoide, ossia le ossa del carpo che si
trovano a livello del polso, che più frequentemente possono andare
incontro a una frattura. Il trattamento terapeutico di questa
sindrome comprende fisioterapia, infiltrazioni, ultrasuoni,
laserterpaia e l’ausilio ortesico (splint), ottenendo discreti
risultati nel 50-80% dei casi e anche in questi casi i benefici sono
minori in pazienti con diabete».
Una ulteriore patologia che interessa
la mano è la rizoartrosi, una forma di osteoartrosi degenerativa che
colpisce la base del pollice, molto comune nelle donne di oltre 40
anni e interessa il 5% della popolazione. Questa patologia rende
molto dolorosi e difficoltosi i movimenti di presa, creando numerose
limitazioni nella vita quotidiana.
«Il dolore – ha spiegato Titolo –
è provocato dallo sfregamento delle ossa (causato dal consumo della
cartilagine) e dalla presenza di “becchi” ossei artrosici, che
agiscono come spine, irritando i tessuti. Questo disturbo talvolta è
sottovalutato dal paziente (assumendo un atteggiamento di
rassegnazione), nonostante il dolore acuto, soprattutto durante
l’attività prensile e in presenza di un eventuale scompenso di
altre articolazioni. L’indagine diagnostica la si esegue con
radiografie (RX) delle mani e del trapezio metacarpale in particolare
e l’indicazione terapeutica comprende la fisioterapia e le
infiltrazioni, e in taluni casi si interviene con la chirurgia con
esiti generalmente positivi».