In uno de “I Lunedì della salute e
della prevenzione”, incontri organizzati a Torino dall'associazione
“Più Vita in Salute”, Franco Picciotto e Virginia Caliendo,
dermatologi rispettivamente di Dermochirurgia e Dermatologia
Chirurgica all’ospedale Molinette, hanno illustrato alcuni aspetti
essenziali della anatomia e fisiologia della cute, la cui parte
superficiale è detta epidermide e la parte sottostante è detta
derma.
«Diversi sono i tipi di cellule della
cute – ha spiegato Franco Picciotto – tra i quali i
cheratinociti, presenti in tutti i suoi strati, che hanno
principalmente una funzione protettiva da aggressioni di organismi
patogeni, calore, radiazioni Uv, perdita d’acqua, da cui traggono
origine i tumori della pelle, ossia gli epiteliomi; e i melanociti
presenti anch’essi nell’epidermide, responsabili in parte del
colore della cute».
In effetti, l’abbronzatura è la
reazione naturale (soggettiva) della pelle ai raggi solari, tant’è che le persone con la pelle più chiara devono proteggersi
maggiormente, in quanto il sole è la principale causa dei tumori
cutanei… nonostante siano riconosciuti altri tipi di benefici. I
raggi ultravioletti Uva sono dannosi in quanto hanno effetto
carcinogenetico (induzione al tumore) ed, essendo penetranti, sono
appunto causa dell’invecchiamento cutaneo.
In merito al fatto che la radiazione
può essere diretta, diffusa e riflessa, Picciotto ha precisato: «Una
fotoesposizione solare che si protrae oltre un certo tempo favorisce
l’insorgenza dei carcinomi, come per esempio l’epitelioma, mentre
un’esposizione intermittente favorisce la comparsa del melanoma. Ma
le condizioni per il rischio sono altresì favorite dalla
familiarità, dalla storia clinica (anamnesi) e dai soggetti con
pelle chiara, oltre a quelli che hanno subito ustioni solari in età
adolescenziale. Frequenti sono le cosiddette precancerosi cutanee,
ossia un’alterazione della cute che tende a evolvere in tumore.
Queste sono di due tipi: la cheratosi attinica e la malattia di
Bowen, interessando le parti più esposte del corpo, come il viso, il
cuoio capelluto e le orecchie».
I carcinomi della cute sono più
frequenti nell’uomo, la cui incidenza è in aumento con l’avanzare
dell’età e il melanoma si manifesta soprattutto tra i 50 e i 60
anni, mentre sono rari negli adolescenti; un tumore che in Italia
(più frequente più al nord che al sud) per incidenza è al settimo
posto e al quinto negli Stati Uniti.
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Virginia Caliendo, dermatologa |
Con ulteriori approfondimenti
sull’argomento è intervenuta la Virginia Caliendo, in particolare
per quanto riguarda il melanoma, precisando che è particolarmente
aggressivo, ma se viene diagnosticato precocemente la guarigione è
pressoché totale. «Tuttavia – ha precisato – è un tumore assai
simulatore, perché lo si può osservare come una macchia scura
omogenea o disomogenea, asimmetrica e talvolta la stessa può essere
acromica (senza una particolare colorazione) ed essere confusa con
una “banale” lesione cistica. Il melanoma ha una incidenza molto
più ampia rispetto ad altri tumori della cute, come l’epitelioma
basocellulare e, come aggressività, è uguale a quella
dell’epitelioma spinocellulare».
Una diagnosi tardiva è causa di
diffusione del tumore ai linfonodi con possibili recidive e
localizzazioni a distanza a livello polmonare, addominale,
encefalico, etc. Una buona e saggia pre-diagnosi può essere fatta da
ciascuno esaminandosi le parti più esposte del proprio corpo,
facendosi inoltre visitare dal proprio medico. Per quanto riguarda la
terapia la relatrice ha spiegato che può essere medica, chirurgica e
farmacologica, seguendo le linee guida prevalentemente italiane e
americane.
«Una lesione sospetta – ha ricordato
Virginia Caliendo – viene esaminata con il dermatoscopio, che
ingrandisce la visione della parte e ne facilita l’interpretazione
diagnostica. In caso sospetto e/o accertato si procede alla biopsia,
ossia all’asportazione della lesione sospetta che verrà esaminata
dall’anatomopatologo; in seguito si procede al cosiddetto
“linfonodo sentinella”, ossia l’esame del primo linfonodo a
essere interessato da una possibile metastasi: un campanello
d’allarme per capire se c’è stata un’eventuale diffusione del
tumore. Se questo risulta positivo, sono praticabili terapie mediche
e chirurgiche, a volte associate se il quadro clinico è più
compromesso».
Ma non tutti i tumori sono uguali per
ragioni di mutazione genetica, e tra le diverse terapie sono
disponibili la target teraphy e la immunoterapia. «Oggi – ha
concluso Virginia Caliendo – si applica la terapia integrata, in
quanto la terapia chirurgica viene supportata da quella medica che dà
maggiori possibilità di risposte. Gli effetti collaterali sono tutti
gestibili e il trattamento del melanoma è multidisciplinare. In
tutti questi casi, per conoscere i vari Centri oncologici, molto
attiva è la Rete Oncologica Piemontese».