Sono strutture disseminate in modo
diffuso e capillare su tutto il territorio nazionale. Un Comune
italiano su tre dispone di almeno una struttura museale e ne è
presente circa una ogni 50 Kmq e una ogni 12 mila abitanti.
Tra musei, aree archeologiche e
monumenti, le regioni con la più alta concentrazione di strutture
sono Toscana (553), Emilia-Romagna (454), Lombardia (433), Piemonte
(411), Lazio (357) e Veneto (304).
Roma (121), Firenze (69), Torino (49),
Milano (47), Bologna (46), Trieste (41), Genova (40), Napoli (38),
Venezia (37) e Siena (34) sono le prime 10 città con il maggior
numero di testimonianze della ricchezza storico-culturale,
architettonica e archeologica dell’Italia.
Oltre che nei poli di maggiore
attrazione, non mancano luoghi di interesse culturale anche nei
piccoli e piccolissimi Comuni italiani: il 16,1% delle strutture
museali è presente in comuni con meno di 2 mila abitanti, alcuni dei
quali arrivano a contare sino a 5-6 strutture, mentre il 30% è
localizzato in comuni da 2 mila a 10 mila abitanti.
Ampia la diffusione di musei
archeologici con testimonianze delle civiltà preistoriche e antiche,
di aree e parchi archeologici e di manufatti di archeologia (20%) in
particolare in Sardegna, Basilicata, Molise, Sicilia e Lazio. A
seguire i musei che espongono collezioni e beni di arte antica,
moderna e contemporanea (17,8%), presenti soprattutto in Umbria,
Toscana, Marche e Lombardia e i musei che raccontano usi e costumi
delle comunità locali attraverso collezioni etno-antropologiche
(11,7%), diffusi soprattutto in Basilicata, nella Provincia di
Bolzano, in Calabria, Valle d’Aosta e Piemonte.
I musei di arte sacra e le chiese e i
monumenti a carattere religioso musealizzati sono il 10,3% del
totale, situati in larga parte nel Mezzogiorno, in Puglia, Campania,
Calabria e Sicilia. Nonostante in numero ancora limitato (1,4%), le
istituzioni ecomuseali sono una realtà emergente – a oggi presenti
soprattutto in Valle d’Aosta, Piemonte, nella provincia di Trento,
in Calabria e in Veneto – che testimoniano la ricchezza diffusa sul
territorio e non contenibile in una struttura fisica, e la volontà
crescente anche delle piccole realtà locali di preservare e
promuovere la memoria storica, l’identità culturale e le risorse
artistiche dei luoghi attraverso progetti che coinvolgono le comunità
locali.
Dal 2006 al 2018, il pubblico del
patrimonio culturale italiano è aumentato di quasi un terzo (32,2%),
crescendo mediamente a un ritmo di oltre 2 milioni e mezzo di
visitatori all’anno. In particolare, è quasi raddoppiata l’utenza
dei musei, dei monumenti e delle aree archeologiche statali, passando
da 34,6 milioni a 54,1 milioni di visitatori ed è cresciuto, seppure
più lentamente, anche il pubblico delle strutture non statali: da
62,7 milioni del 2006 a 74,5 milioni.
Negli ultimi anni l’espansione della
platea dei visitatori ha registrato una significativa accelerazione:
in un solo anno i visitatori delle strutture museali italiane sono
aumentati di quasi 10 milioni. Nel 2018 si registra così il numero
record di 128,6 milioni di ingressi (+8% rispetto al 2017): 63,4
milioni nei musei, 51,1 milioni nei monumenti, 13,7 nelle aree
archeologiche e 488 mila nelle strutture ecomuseali.
Le strutture statali, 460 tra musei,
aree archeologiche e monumenti musealizzati, hanno attratto, solo lo
scorso anno, circa 54 milioni di visitatori (pari al 42% del totale),
con un’utenza media quattro volte maggiore di quella non statale
(in media quasi 120 mila persone per istituto statale contro 19 mila
per istituto non statale). Le 4.448 strutture non statali
(rappresentate in larga parte da istituzioni a titolarità comunale,
pari a 2.037, il 41,5% del totale) non superano le 2 mila presenze
nell’anno in quasi la metà dei casi (il 46,5%), svolgendo un
servizio di presidio culturale spesso rivolto soprattutto alla
comunità locale.
Accanto all’estrema diffusione e
varietà, ulteriori caratteristiche che contraddistinguono il
patrimonio culturale nazionale sono la polarizzazione dimensionale e
la concentrazione dei flussi di visitatori. In cima alla classifica
dei luoghi più visitati figurano il Pantheon, l’Anfiteatro Flavio
(Colosseo), l’Area Archeologica di Pompei e il Museo e Parco di
Capodimonte, tutte istituzioni statali, che hanno registrato, nel
2018, più di tre milioni di visitatori ciascuna e che insieme ne
totalizzano 21,5 milioni, pari al 17% del pubblico complessivo
dell’intero patrimonio culturale italiano.
In media è possibile calcolare circa
29 mila visitatori per struttura espositiva, ma le differenze
territoriali e per tipo di struttura sono rilevanti. Ad attrarre le
maggiori quantità di pubblico (100 mila ingressi per struttura) sono
soprattutto le ville, i palazzi e i monumenti di interesse storico
artistico, in particolare in Friuli-Venezia Giulia e nel Lazio.
Per i musei, invece, quelli di arte
antica e arte moderna e contemporanea di Veneto, Toscana, Campania e
Piemonte, che in media hanno registrato più di 40 mila visitatori
per struttura espositiva. Gli istituti museali di Abruzzo, Molise e
Marche non superano invece la soglia media di 6 mila visitatori
all’anno. Ad eccezione di alcuni luoghi di rilevanza nazionale e
internazionale, i visitatori delle aree archeologiche risultano in
flessione.
Complessivamente sono stimati in 58,6
milioni gli stranieri che, nel 2018, hanno deciso di visitare il
nostro patrimonio museale (46% del pubblico totale); quasi la metà
visitano i musei (45,9%), il 42% i monumenti e il 12% le aree
archeologiche. Non tutte le strutture sono però adeguatamente
attrezzate per accogliere il pubblico straniero: solo il 53,5% dei
musei propone pannelli, didascalie e schede in lingue diverse
dall’italiano e in meno dei due terzi dei casi (63,7%) possono
contare su personale in grado di fornire al pubblico straniero
informazioni in inglese (la quota scende al 29,9% per la lingua
francese, all’11,6% per il tedesco e al 10,5% per lo spagnolo).
Le prime 10 città italiane con la
maggiore concentrazione di visitatori (il 55,5%) sono nell’ordine:
Roma, Firenze, Napoli, Venezia, Milano, Torino, Pisa, Pompei, Siena e
Verona. Se Firenze offre soprattutto musei di arte antica e
medioevale, monumenti di interesse storico e artistico, e importanti
edifici e complessi monumentali a carattere religioso, Milano si
distingue in particolare per le strutture che espongono arte moderna
e contemporanea, i musei tematici e i manufatti di archeologia
industriale. A Napoli l’offerta di musei è decisamente più
variegata: musei d’arte e di scienza, di storia naturale e di
archeologia, musei industriali e complessi monumentali a carattere
religioso. A Roma, invece, spiccano per numerosità soprattutto i
musei, le aree e i monumenti archeologici.