Più
attenzione alla spesa. Rispetto
al 2010, la percentuale di famiglie che sostiene di vivere
agiatamente o senza problemi con il proprio reddito è scesa dal 52
al 41%. Allo stesso tempo, la percentuale di famiglie che ha
difficoltà a vivere col proprio reddito è salita dal 31 al 43%. Nel
2019, per la prima volta, la percentuale di chi sente come
insufficiente il proprio reddito supera la quota di chi lo ritiene
adeguato. Una percezione di difficoltà che si tramuta in una
maggiore attenzione ai prezzi. Un quarto delle famiglie (il 25%) oggi
ritiene i prezzi un elemento di massima preoccupazione: erano solo il
15% nel 2010.
L’economia
sotto l’albero. Si
è trasformata la sensibilità delle famiglie italiane verso i grandi
temi economici e sociali. Nel 2010, prima della crisi, preoccupavano
la criminalità (53% delle famiglie) e l’immigrazione (28%). Oggi,
i temi della criminalità e dell’immigrazione sono sentiti solo,
rispettivamente, dal 24 e 18% delle famiglie. La preoccupazione
principale è diventata la situazione economica (42% delle famiglie)
seguita da quella per l’ambiente.
Anche
la disoccupazione preoccupa, ma meno di quanto facesse prima della
crisi (36 contro 40%).
La
questione ambiente. In
difficoltà per l’insufficienza dei propri redditi, le famiglie
italiane vivono in una condizione di fragilità, ma anche di maggiore
consapevolezza, che le porta a guardare con grande attenzione ai temi
della conservazione dell’ambiente. Le famiglie che mettono
l’ambiente e l’inquinamento tra le massime preoccupazioni sono,
nel 2019, il 36%: erano il 17% nel 2010, meno della metà.
Vacanze
di Natale raddoppiate. Allo
stesso tempo, si consolida fortemente la tradizione del viaggio di
Natale. Rispetto al 2010, gli italiani che festeggeranno in viaggio
sono quasi raddoppiati, passando da meno di 10milioni ad oltre 19
milioni. Il budget individuale, però, si è ristretto di circa il
15%, da 810 a 683 euro a persona. L’Italia rimane sempre la meta
più gettonata, anche se cresce dal 6 al 19% la percentuale di chi
farà una vacanza in Europa.
Dal
centro commerciale al web. Negli
ultimi dieci anni, quello dell’ecommerce è stato il canale del
retail che è cresciuto più velocemente. E a farne le spese sono
state soprattutto le grandi strutture commerciali. Nel 2010, il 49%
delle famiglie comprava i propri regali di Natale in un centro
commercialem oggi sono il 25%. Il web, invece, è passato dal 10 al
32% delle preferenze. Rimane stabile, invece, la distribuzione
tradizionale: negozi e mercatini passano dal 40 al 39% della quota di
mercato. Nel dettaglio, aumenta quella dei negozi di vicinato (da 24
a 29%) e diminuisce quella dei mercati (dal 16 al 10%).
Consumi
e regali. Sorprendentemente
più simili, invece, le tipologie di dono regalate: nel 2010, la top
ten dei regali più ricercati erano abbigliamento e accessori moda
(segnalati dal 37% degli italiani); poi libri (35%) e doni
enogastronomici (32%). Nel 2019 la classifica è praticamente la
stessa: sotto l’albero trionfano i soliti noti:
capi
d’abbigliamento (38%), libri (segnalati dal 37% degli
intervistati), regali gastronomici (32%). Ma si impongono di più,
rispetto al 2010, i prodotti di tecnologia e videogiochi (per una
quota di circa il 30%). Cresce, ma rimane distante nella classifica
dei doni più acquistati, la categoria l’arredamento/accessori per
la casa, indicata quest’anno dal 16%, che raccoglieva solo l’8%
delle risposte nel 2010.