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Urbano Cairo, patron del Torino Calcio |
Invece, il bilancio 2018 del Torino,
controllato dalla sua Ut Communications, mostra anche un calo del
valore della produzione a 93,802 milioni dai 146,382 del 2017,
quando, fra l'altro, la società torinese di via Arcivescovado 1
aveva terminato l'esercizio con un utile netto di 37.342.636 euro e,
naturalmente, del patrimonio netto, sceso da 60,583 a 48,221 milioni,
in conseguenza della perdita netta.
Altro, grande dispiacere: l'aumento
dell'indebitamento, salito a 71,084 milioni al 31 dicembre scorso,
dai 49,181 milioni di dodici mesi prima. A causa, soprattutto,
dell'incremento dei diritti pluriennali alle prestazioni dei
giocatori, che, al netto degli ammortamenti, sono ammontati a 88,360
milioni, dai 45,258 del 31 dicembre 2017. La variazione è stata
determinata dagli investimenti per 67,720 milioni, a fronte dei
disinvestimenti per 3,440 milioni e da ammortamenti e svalutazioni
per 21,178 milioni.
Per l'acquisto definitivo di Nikolas
Nkoulou il Toro ha sborsato 4 milioni, per Armando Izzo 9,7 milioni,
per Soualiho Meité 11,5 milioni, per Geilson Bremer 5,8 milioni e
per Simone Zaza 15,6 milioni.
Complessivamente, i costi di produzione
sono passati dai 92,141 milioni del 2017 ai 108,895 milioni dell'anno
scorso; in particolare, quelli per il personale (148 individui, di
cui 24 sono i calciatori della prima squadra) sono saliti da 54,713 a
61,969 milioni. L'affitto dello stadio è costato 260.000 euro.
Una voce positiva è quella della
biglietteria: i ricavi derivanti dalla vendita degli ingrassi e degli
abbonamenti sono stati pari a 5,971 milioni, esattamente un milione
in più rispetto al 2017.
Fra l'altro, l'assemblea ha confermato
Urbano Cairo presidente del Consiglio di amministrazione, così come
gli altri componenti: Giuseppe Cairo, Uberto Fornara, Giuseppe
Ferrauto e Marco Pompignoli.