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Paolo Scudieri, presidente dell'Anfia |
Il gettito derivante dall’acquisto e
dal possesso dell’autoveicolo cresce, nel primo caso, dello 0,7%,
per un totale di 9,4 miliardi e del 4,6% nel secondo, per un
ammontare di 6,8 miliardi. Ma, come sempre, è il gettito derivante
dall’utilizzo dell’autoveicolo a confermarsi la voce di maggior
entità, pari al 78,7% del gettito complessivo proveniente dal
comparto, per un valore di 60,1 miliardi, in aumento dell’1,3%
rispetto al 2017.
Concorrono a realizzare una cifra così
elevata voci di prelievo fiscale come quelle relative ai carburanti
(36,7 miliardi, in crescita del 2,1%) e all’Iva su manutenzione e
riparazione, acquisto ricambi, accessori e pneumatici (10,9 miliardi,
in aumento del 2,5%).
“E’ innegabile che l’automotive
sia uno dei settori più tassati nel nostro Paese, su cui, tuttavia,
rischiano di abbattersi ulteriori vessazioni” ha commentato Paolo
Scudieri, presidente dell'Anfia, l'associazione italiana della
filiera autoveicolistica.
Nell’analisi della ripartizione del
prelievo, calcolata sui diversi momenti impositivi del “ciclo di
vita contributivo” degli autoveicoli, dopo la quota di tassazione
derivante dall’utilizzo dell’autoveicolo nel corso dell’anno,
si mantiene al secondo posto la quota di contribuzione versata al
momento dell’acquisto dell’autoveicolo (versamento Iva e Ipt),
pari al 12,4% .
Passando all’analisi di dettaglio, in
fase di immatricolazione degli autoveicoli sono stati versati, nel
2018, circa 7,62 miliardi (+0,4%), risultanti dal pagamento dell’Iva
e dei diritti di motorizzazione. Diversi elementi hanno inciso nella
determinazione del valore finale di questa voce di prelievo. Nel
2018, il mercato delle auto nuove, con poco più di 1,91 milioni di
unità vendute, ha registrato una contrazione del 3,1%, perdendo
oltre 60.000 vetture e anche i volumi di tutti gli autoveicoli nuovi
registrati sono diminuiti (-3,1%), mentre il mercato delle vetture
usate ha riportato un significativo incremento (+4,7%), accompagnato,
tuttavia, da un calo del 5,1% del valore medio per vettura.
Anche il gettito derivante dalla
riscossione dell’Ipt ha registrato una nuova crescita, riportando
un incremento del 2,1%, per un totale di 1,83 miliardi.
Quanto alle voci di contribuzione
relative all’utilizzo dell’autoveicolo, il gettito fiscale sui
carburanti ha segnato un incremento del 2,1%, per un totale di 36,74
miliardi. Nel 2018, i valori dei consumi complessivi di carburanti in
Italia evidenziano una riduzione, a eccezione del gasolio (+1,2%). I
volumi complessivi sono rimasti allineati a quelli del 2017 con 42,9
miliardi di litri venduti. I prezzi medi alla pompa, ad eccezione del
metano, che ha mantenuto un prezzo costante, hanno subito nuovi
incrementi rispetto al 2017: +4,6% per la benzina, +7,5% per il
gasolio, +6,2% per il Gpl. Il gettito fiscale relativo ai
lubrificanti è rimasto stabile, attestandosi a 1,01 miliardi.
Invecchia il parco circolante e aumenta il gettito Iva relativo a
manutenzione e riparazione degli autoveicoli e all’acquisto di
ricambi, accessori e pneumatici. Nel 2018, gli italiani hanno speso
32,1 miliardi per la manutenzione e la riparazione delle autovetture.
Rispetto al 2017, vi è stata una crescita del 3,7%.
La voce d’imposta relativa ai pedaggi
autostradali ammonta a 2,16 miliardi, in rialzo del 2,5% rispetto al
2017. La crescita è da imputarsi sia all’aumento del numero di
milioni-km percorsi (84 miliardi, con l'incremento dello 0,4%) sia al
rincaro dei pedaggi autostradali.
Gli introiti derivanti dai premi
assicurativi per RC, furto e incendio registrano un incremento
dell’1,6%, per un totale di 3,91 miliardi. La voce parcheggi e
contravvenzioni, infine, nel 2018 vale 5,30 miliardi, con una
riduzione del 6,2% rispetto al 2017. Si tratta di una contrazione
perlopiù dovuta ad una perdita di gettito derivante dalle multe,
complice un’elevata quota di automobilisti non paganti, nonché la
rottamazione delle cartelle, avvenuta a più riprese negli ultimi due
anni. Sul fronte dei parcheggi, invece, si stima che il gettito sia
aumentato sia per la crescita del numero di autoveicoli in
circolazione, sia per il rincaro del costo del servizio. Nel 2018,
le casse dei comuni hanno potuto contare su un introito complessivo
di 1,340 miliardi