Alle
Molinette è stato inaugurata la prima Tomoterapia
"Radixact" in Italia ed
è stato avviato il primo
Sistema per piani di cura in Europa del
Dipartimento
di Oncologia e
della Radioterapia
universitaria della
Città
della Salute di Torino,
diretto da Umberto
Ricardi,
vice rettore per l'Area medica dell’Università di Torino.
“Potremo
ora utilizzare un software di ultimissima generazione, Synchrony,
che – ha sottolineato Ricardi - ci vedrà primo
centro europeo a
poter ottimizzare la radiazione delle lesioni, che si muovono, in
funzione dei movimenti respiratori, allo scopo di ridurre la quota di
polmone sano che verrebbe inutilmente irradiata”.
Il
sistema
di tomoterapia elicoidale,
rispetto alle tecniche radioterapiche convenzionali, aumenta
significativamente l’efficacia, l’efficienza e la precisione del
trattamento radiante, grazie all'apporto di diversi aspetti
rivoluzionari. Come la completa integrazione e sinergia tra il
sistema Tc per la verifica della centratura e il sistema acceleratore
lineare, con l’utilizzazione della stessa sorgente radiante; il
movimento elicoidale per l’irradiazione: la sorgente radiante ruota
di 360 gradi senza soluzione di continuità, con contemporanea
traslazione longitudinale del lettino in modo sincronizzato e con la
possibilità di irradiare campi molto estesi (fino a 40 cm x 135 cm)
con estrema efficienza; la presenza di un collimatore multilamellare
di tipo binario e di un TPS (Treatment Planning System).
Recentemente
il sistema Radixact è stato completato con un sofisticato
dispositivo di tracking, che consente di “inseguire”,
durante il trattamento, il movimento del tumore, dovuto, per esempio,
alla respirazione, orientando opportunamente in tempo reale il fascio
solo sulla lesione neoplastica, evitando l’irradiazione inutile di
tessuti sani.
La
piattaforma di Tomoterapia presenta innumerevoli vantaggi clinici, i
più importanti dei quali sono la possibilità di effettuare
trattamenti ad alto gradiente di dose e con verifica quotidiana della
precisione del trattamento in modo molto pratico e veloce; una
capacità di conformazione
e omogeneità della dose alla lesione neoplastica, non ottenibile con
tecniche tradizionali d’irradiazione a fasci esterni, l’adattamento
del trattamento radiante alle
diverse condizioni della lesione neoplastica, sia inter-frazione
(seduta per seduta) che intra-frazione (nel corso della stessa
seduta).
L’elevata
precisione di irradiazione così ottenibile consente certamente di
ridurre la tossicità dei trattamenti e di effettuare programmi di
intensificazione della dose per migliorare la probabilità di
successo e/o per rendere possibile la somministrazione della
radioterapia in un numero molto inferiore di sedute (enorme beneficio
per i pazienti e migliore sfruttamento delle risorse radioterapiche)
Inoltre,
l’elevata versatilità
di impiego clinico, consente
di trattare sia le piccole lesioni, tipiche della radiochirurgia,
sia i grandi campi estesi, sino agli estremi dell’irradiazione
corporea totale per trapianto allogenico e dell’irradiazione
craniospinale per alcuni tumori cerebrali pediatrici; anche la
radioterapia palliativa può giovarsi del contributo del sistema
tomoterapia per la possibilità di eseguire eventualmente la
centratura delle lesioni direttamente sul lettino di trattamento e
di trattare contemporaneamente lesioni multiple in sedi anatomiche
diverse.
L'apparecchiatura
rappresenta la prima installazione in Italia dell’ultimo modello
commerciale (Radixact X9) della piattaforma Tomoterapia; il software
per il tracking respiratorio (“Synchrony”) consentirà al Centro
della Città della Salute di essere il primo in Europa a fruire di
questa ultima ed importante novità tecnologica, finora utilizzata
solo in due Centri americani accademici, fornendo anche la
possibilità di continuare ad alimentare un’attività di ricerca
clinica, mission istituzionale per un’Azienda
Ospedaliero-Universitaria, che non può prescindere dalla
disponibilità di moderne apparecchiature.
La
tecnologia Tomoterapia, che sta per completare un rinnovamento
tecnologico dell’intera Radioterapia universitaria della Città
della Salute,
che ha interessato anche i presidi Sant'Anna (brachiterapia dei
tumori femminili) e Sgas (acceleratore lineare in corso di
installazione), costerà circa sette milioni di euro in sette anni,
quindi circa un milione all'anno per un Dipartimento di Oncologia
della CSS che spende circa 70 milioni di euro all'anno per farmaci
chemioterapici)