I
risultati dei primi nove mesi 2019 del gruppo Intesa Sanpaolo,
guidato da Carlo Messina, “sono pienamente in linea con gli
obiettivi
e confermano il supporto
del Gruppo all’Italia, anche
con l’impegno a diventare
un punto di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità
sociale e culturale”.
Lo riporta il comunicato diramato dopo l'approvazione della
relazione,sottolineando che “i risultati riflettono la redditività
sostenibile del
Gruppo, che deriva dalla solidità
della base patrimoniale e della posizione di liquidità e
dal modello
di business resiliente e ben diversificato, ulteriormente consolidato
dalle azioni strategiche attuate nei nove mesi”.
Tra
queste azioni, vengono ricordati: il presidio
della generazione di ricavi, in
un contesto macroeconomico non favorevole, con una continua
focalizzazione su Wealth
Management & Protection, in
presenza di una ripresa
della raccolta netta di risparmio gestito nel
terzo trimestre (pari a circa 2,5 miliardi di euro), favorita
dall’ulteriore calo dei tassi d’interesse e in prevedibile
progressivo rafforzamento
in considerazione dell’ammontare di depositi
a vista delle famiglie che può essere convertito in risparmio
gestito,
stimabile nell’ordine dei 65 miliardi a fine settembre, e dal
bacino dei circa 170 miliardi di euro di raccolta
amministrata;
un rafforzamento
dell’operatività su attività finanziarie; una
flessibilità
strategica nella gestione dei costi operativi,
con: l’accordo sindacale dello scorso maggio riguardante l’uscita
volontaria di 1.600 persone entro
giugno 2021, in
aggiunta alle 9.000 già previste nel
Piano di Impresa 2018-2021 entro giugno 2020; l’ottimizzazione
della rete territoriale in Italia, con chiusure
di sportelli,
in aggiunta alle circa 1.100 già previste nel Piano di Impresa, rese
possibili dall’estensione
della rete distributiva di Banca 5 a circa 50.000 punti operativi,
derivante dall’ampliamento
degli esercenti convenzionati; un’efficace
gestione proattiva del credito, senza oneri straordinari per gli
azionisti,
con una focalizzazione
sui crediti ai primi stadi di deterioramento.
Nel
terzo trimestre, il Gruppo ha registrato l'utile netto di 1,044
miliardi (833
milioni nello stesso periodo dell'anno scorso) e 3,310
miliardi nei primi nove mesi (+9,9%
rispetto a 3,012 miliardi di gennaio-settembre 2018) e pari all’82%
dell’utile netto di 4,050 miliardi dell’intero 2018.
Rispetto
ai primi nove mesi 2018, il risultato
corrente lordo è aumentato dell’8%
e il risultato
della gestione operativa dello
0,9%; mentre i costi
operativi sono diminuiti del
2,5%, così che il cost/income
è sceso al
49,8% nei
primi nove mesi 2019, rapporto tra
i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee.
Le rettifiche di valore nette su crediti sono calate del 17,7% e il costo del rischio annualizzato è sceso a 47 centesimi di punto, rispetto ai 61 dell’intero 2018.
Il miglioramento della qualità del credito è confermato anche dal calo del 13,3% dello stock di crediti deteriorati e dell’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a settembre 2019 pari al 7,6% al lordo delle rettifiche di valore e al 3,6% al netto.
I coefficienti patrimoniali sono su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 30 settembre 2019, tenendo conto di 2.648 milioni di euro di dividendi maturati nei primi nove mesi, il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime è risultato pari al 14,2%, livello top tra le maggiori banche europee. Fra l'altro, a fine settembre 2019, il Gruppo vanta attività liquide per 197 miliardi ed elevata liquidità prontamente disponibile per 116 miliardi.
Il supporto all’economia reale trova riscontro in queste cifre: circa 39 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine nei primi nove mesi 2019 (32 miliardi in Italia), di cui circa 26 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese; circa 15.000 aziende italiane riportate in bonis a posizioni di credito deteriorato (circa108.000 dal 2014), preservando rispettivamente circa 75.000 e 540.000 posti di lavoro.
Il conto economico consolidato dei primi nove mesi registra interessi netti pari a 5, 58 miliardi (-5% rispetto allo stesso periodo 2018), commissioni nette pari a 5,865 miliardi (-2,3%), ma il risultato dell’attività assicurativa ammontato a 876 milioni di euro, rispetto a 846 milioni dei primi nove mesi 2018. I proventi operativi netti sono stati pari a 13,582 miliardi (-0,8%) e i costi operativi a 6,758 miliardi (-2,5%), a seguito di una diminuzione dell’1,6% delle spese del personale e del 5,7% delle spese amministrative e di un aumento dello 0,4% degli ammortamenti. Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 6,824 miliardi (+ 0,9%).
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 30 settembre 2019 i finanziamenti alla clientela sono pari a 395 miliardi (+0,4% rispetto al 31 dicembre 2018 e in linea con il 30 settembre 2018). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti) ammonta, al netto delle rettifiche di valore, a 14,283 miliardi, in diminuzione del 13,9% rispetto ai 16,591 miliardi del 31 dicembre 2018. In quest’ambito, i crediti in sofferenza scendono a 6,924 miliardi, dai 7,138 del 31 dicembre 2018, con un’incidenza sui crediti complessivi pari all’1,8%; le inadempienze probabili diminuiscono a 7,006 miliardi da 9,101 del dicembre 2018 e i crediti scaduti/sconfinanti ammontano a 353 milioni rispetto ai 352 milioni a fine 2018.
Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 951 miliardi, in crescita del 4,3% rispetto al 31 dicembre 2018 e dell’1,2% rispetto al 30 settembre 2018. In particolare, la raccolta diretta bancaria ammonta a 427 miliardi (+2,8% rispetto al 31 dicembre 2018 e +0,4% rispetto al 30 settembre 2018). L’ammontare di risparmio gestito è pari a 352 miliardi, in crescita del 6,4% rispetto al 31 dicembre 2018 e del 2,6% rispetto al 30 settembre 2018; la nuova produzione vita nei primi nove mesi 2019 ammonta a 12,4 miliardi di euro. La raccolta amministrata è pari a 172 miliardi, in aumento del 4,1% rispetto al 31 dicembre 2018 e dello 0,6% rispetto al 30 settembre 2018.
Al 30 settembre 2019, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 4.886 sportelli bancari - 3.825 in Italia e 1.061 all’estero - e 89.397 persone.
Le rettifiche di valore nette su crediti sono calate del 17,7% e il costo del rischio annualizzato è sceso a 47 centesimi di punto, rispetto ai 61 dell’intero 2018.
Il miglioramento della qualità del credito è confermato anche dal calo del 13,3% dello stock di crediti deteriorati e dell’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a settembre 2019 pari al 7,6% al lordo delle rettifiche di valore e al 3,6% al netto.
I coefficienti patrimoniali sono su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 30 settembre 2019, tenendo conto di 2.648 milioni di euro di dividendi maturati nei primi nove mesi, il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime è risultato pari al 14,2%, livello top tra le maggiori banche europee. Fra l'altro, a fine settembre 2019, il Gruppo vanta attività liquide per 197 miliardi ed elevata liquidità prontamente disponibile per 116 miliardi.
Il supporto all’economia reale trova riscontro in queste cifre: circa 39 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine nei primi nove mesi 2019 (32 miliardi in Italia), di cui circa 26 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese; circa 15.000 aziende italiane riportate in bonis a posizioni di credito deteriorato (circa108.000 dal 2014), preservando rispettivamente circa 75.000 e 540.000 posti di lavoro.
Il conto economico consolidato dei primi nove mesi registra interessi netti pari a 5, 58 miliardi (-5% rispetto allo stesso periodo 2018), commissioni nette pari a 5,865 miliardi (-2,3%), ma il risultato dell’attività assicurativa ammontato a 876 milioni di euro, rispetto a 846 milioni dei primi nove mesi 2018. I proventi operativi netti sono stati pari a 13,582 miliardi (-0,8%) e i costi operativi a 6,758 miliardi (-2,5%), a seguito di una diminuzione dell’1,6% delle spese del personale e del 5,7% delle spese amministrative e di un aumento dello 0,4% degli ammortamenti. Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 6,824 miliardi (+ 0,9%).
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 30 settembre 2019 i finanziamenti alla clientela sono pari a 395 miliardi (+0,4% rispetto al 31 dicembre 2018 e in linea con il 30 settembre 2018). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti) ammonta, al netto delle rettifiche di valore, a 14,283 miliardi, in diminuzione del 13,9% rispetto ai 16,591 miliardi del 31 dicembre 2018. In quest’ambito, i crediti in sofferenza scendono a 6,924 miliardi, dai 7,138 del 31 dicembre 2018, con un’incidenza sui crediti complessivi pari all’1,8%; le inadempienze probabili diminuiscono a 7,006 miliardi da 9,101 del dicembre 2018 e i crediti scaduti/sconfinanti ammontano a 353 milioni rispetto ai 352 milioni a fine 2018.
Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 951 miliardi, in crescita del 4,3% rispetto al 31 dicembre 2018 e dell’1,2% rispetto al 30 settembre 2018. In particolare, la raccolta diretta bancaria ammonta a 427 miliardi (+2,8% rispetto al 31 dicembre 2018 e +0,4% rispetto al 30 settembre 2018). L’ammontare di risparmio gestito è pari a 352 miliardi, in crescita del 6,4% rispetto al 31 dicembre 2018 e del 2,6% rispetto al 30 settembre 2018; la nuova produzione vita nei primi nove mesi 2019 ammonta a 12,4 miliardi di euro. La raccolta amministrata è pari a 172 miliardi, in aumento del 4,1% rispetto al 31 dicembre 2018 e dello 0,6% rispetto al 30 settembre 2018.
Al 30 settembre 2019, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 4.886 sportelli bancari - 3.825 in Italia e 1.061 all’estero - e 89.397 persone.
Per
il Gruppo Intesa Sanpaolo, nel 2019 è atteso un aumento del
risultato netto rispetto al 2018, conseguente a una crescita dei
ricavi, una continua riduzione dei costi operativi e un calo del
costo del rischio. La politica di dividendi per l’esercizio 2019
prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash
corrispondente
a un payout
ratio pari
all’80% del risultato netto.