Le presenze risultano in crescita per
gli esercizi alberghieri (+1,6%), ma soprattutto per quelli
extra-alberghieri (+2,7%); questi ultimi hanno registrato un
incremento degli arrivi del 6,5%, il doppio di quello degli esercizi
alberghieri (+3,2%).
Continua la dinamica positiva della
domanda interna di turismo, con un aumento sia degli arrivi (+3,6%)
sia delle presenze (+1,1%) di clienti residenti in Italia. Un
andamento particolarmente positivo riguarda la componente non
residente: rispetto al 2017, gli arrivi crescono del 4,4% e le
presenze del 2,8%; queste ultime aumentano soprattutto nel settore
extra-alberghiero (+3,6%, a fronte del +2,3% degli alberghi).
La dinamica positiva dei clienti fa sì
che le presenze degli stranieri superino, come già nel 2017, quelle
dei clienti italiani (216,5 milioni le presenze dei non residenti e
212,3 milioni quelle dei residenti). La permanenza media, ossia il
numero medio di notti trascorse negli esercizi ricettivi, è pari a
3,35 notti per cliente e risulta in lieve calo per tutte le
componenti del turismo, con riferimento alla tipologia della
clientela e dell’offerta.
Si stima che le vacanze rappresentino
circa l’85% dei viaggi effettuati dai residenti pernottando negli
esercizi ricettivi italiani, in aumento del 13,9% rispetto all’anno
precedente. Oltre il 90% delle vacanze trascorse negli esercizi
ricettivi in Italia avviene per ragioni di riposo, piacere o svago
(+15,3% rispetto al 2017).
I viaggi di lavoro sono il 15,2% di
quelli trascorsi negli esercizi ricettivi, pari al 9,0% delle notti:
nel 2018, per la prima volta, crescono marcatamente (+48,8%), dopo
aver registrato un calo ininterrotto nei tre anni precedenti. Le
riunioni d’affari sono tra le prime motivazioni dei viaggi di
lavoro e ne rappresentano una quota del 20%. I viaggi di lavoro per
prendere parte a congressi, convegni o altri eventi confermano la
loro rilevanza collocandosi al secondo posto (18,7%), seguiti dalle
missioni di lavoro (11,8%). I viaggi per svolgere docenze,
partecipare a mostre, fiere o esposizioni, svolgere attività di
rappresentanza, vendita, installazione o simili si attestano a quote
pari a circa l’8% dei viaggi di lavoro. Il 13,6% è invece legato
ad altre motivazioni, dalla mobilità per ragioni professionali
(autotrasportatori, autisti, ecc.) agli spostamenti per la ricerca di
lavoro (concorsi, colloqui, esami per abilitazioni professionali,
ecc.).
Nel 2018, il pernottamento è stato
prenotato direttamente per circa il 70% dei viaggi; l’incidenza è
maggiore nel caso di quelli per vacanza (72,7%). Le prenotazioni
dirette aumentano per le vacanze (+14,3% rispetto al 2017) e
soprattutto per i viaggi di lavoro (+42,3%). Le partenze effettuate
senza prenotare l’alloggio (circa il 14,0%) aumentano invece del
22,2% rispetto al 2017 e riguardano nel 2018 circa il 13,0% delle
vacanze e più di un viaggio di lavoro su cinque. Si prenota tramite
agenzie, includendo anche quelle online, il 12,8% dei viaggi (+15,1%
rispetto al 2017). I viaggi con alloggio prenotato su Internet sono
in costante crescita (+24,1% rispetto al 2017), in particolare quelli
effettuati per motivi di lavoro (+30,3%). Nell’arco degli ultimi
cinque anni, l’utilizzo del web per prenotare l’alloggio
(direttamente o tramite agenzie online) è cresciuto molto, passando
dal 54,6% nel 2014 al 68,9% nel 2018.
In Italia, l’auto si conferma il
mezzo di trasporto più utilizzato per viaggiare, anche quando si
pernotta negli esercizi ricettivi: si stima che venga usata nel 67,9%
dei casi (73,3% se si tratta di vacanze, 37,4% per i viaggi di
lavoro), con una crescita del 14,2% rispetto al 2017. Il treno e
l’aereo sono più utilizzati per gli spostamenti di lavoro
(rispettivamente 27,7% e 19,0%) che per le vacanze (8,9% e 5,5%).
L’utilizzo di entrambi i mezzi di trasporto aumenta di circa il 23%
nel 2018.
Nel 2018 i residenti che pernottano
negli esercizi ricettivi in Italia spendono in media 365 euro per
viaggio e 83 euro per notte, in diminuzione rispetto al 2017
(rispettivamente -9,7% e -4,6%). Un viaggio entro i confini nazionali
costa meno della metà di uno all’estero (821 euro in media), con
una differenza media di 39 euro al giorno (all’estero la stima
della spesa media giornaliera è pari a 122 euro). Nel 2018, si stima
che la spesa media per una vacanza trascorsa pernottando negli
esercizi alberghieri (pari a 508 euro) sia superiore di circa il 30%
a quella sostenuta per gli esercizi extra-alberghieri (392 euro). La
differenza è ancora più marcata sulla spesa media giornaliera, che
per le vacanze in albergo è superiore del 46,5% (104 euro contro
71), anche per effetto di permanenze medie più brevi rispetto a
quelle registrate negli esercizi extra-alberghieri, da cui consegue
una maggior incidenza delle spese di trasporto sulla media
giornaliera.
Considerando la variazione annua dei
flussi per regione di destinazione, nel 2018 gli aumenti più
consistenti in termini di presenze hanno interessato il Lazio (+8,5%
rispetto al 2017), l’Umbria (+8,3%), la Campania (+6,1%) e la
Sardegna (+5,0%). Le uniche regioni ad avere subito flessioni in
termini di presenze sono Marche, Liguria e Lombardia. Sia la
componente residente sia quella non residente registrano variazioni
positive in termini di presenze in quasi tutte le regioni.
Complessivamente, le regioni con il maggior numero di presenze si
confermano il Veneto (16,1% delle presenze complessive negli esercizi
ricettivi italiani), il Trentino-Alto Adige (12,0%, con la Provincia
autonoma di Bolzano al 7,8% e la Provincia autonoma di Trento al
4,2%), la Toscana (11,1%), l’Emilia-Romagna (9,5%) e la Lombardia
(9,1%). In queste cinque regioni si concentra il 57,8% delle presenze
turistiche in Italia, pari a oltre la metà (52,0%) di quelle
relative ai clienti residenti e a quasi due terzi (63,5%) di quelle
dei non residenti.
Negli esercizi ricettivi dei primi 20
comuni italiani per numero di presenze si concentrano circa 129
milioni di presenze, pari al 30,0% del totale. Roma si conferma la
principale destinazione con circa 29 milioni di presenze (6,8% del
totale nazionale; 4,1% della clientela nazionale e 9,4% di quella
estera). Sul podio anche Venezia e Milano con 12,1 milioni. Subito
sotto Firenze (10,6 milioni) e Rimini (7,5). Torino è al decimo
posto nella classifica nazionale con 3,8 milioni di presenze, davanti
anche a Napoli (3,7).
La Germania è storicamente il
principale Paese di provenienza dei turisti stranieri ospiti in
Italia; nel 2018 i tedeschi hanno fatto registrare quasi 59 milioni
di notti trascorse nel complesso degli esercizi ricettivi, con una
quota sul totale delle presenze di turisti non residenti pari al
27,1%. Seguono i turisti provenienti da Stati Uniti, Francia, Regno
Unito (tutte intorno ai 6,5 punti percentuali) e quelli provenienti
da Paesi Bassi, Svizzera, Liechtenstein e Austria (circa 5%). Nel
quadro di un generale aumento del fenomeno turistico sono alcuni
Paesi extra-europei, tra quelli che nel 2018 hanno una quota di
presenze superiore all’1%, a registrare performance particolarmente
positive: è il caso del Giappone (+15,1%), degli Stati Uniti
(+14,9%) e del Canada (+12,8%). Le flessioni, invece, riguardano
unicamente clientele provenienti da Paesi europei, in particolare da
Danimarca (-7,4%), Germania (-1,2%), Svizzera e Liechtenstein
(-1,2%), Svezia (-0,4%) e Belgio (-0,3%).