Le
motivazioni risiedono principalmente nel drastico aumento del prezzo
del latte (+9,6% il costo del latte crudo spot nazionale, rispetto
allo stesso periodo del 2018) e al trend decrescente dei consumi di
latte fresco da parte delle famiglie italiane.
Alla
luce di ciò, al fine di ridurne l’impatto sui conti del Gruppo
dell’esercizio in corso, sono state messe in atto azioni mirate al
ridimensionamento di alcune voci di spesa, al rafforzamento delle
proprie posizioni sul mercato e all’avvio di un nuovo aggiornamento
dei listini di vendita nei confronti dei clienti.
Centrale
del Latte d’Italia al 30 settembre 2019 ha registrato ricavi netti
consolidati pari a 131 milioni (133,8 milioni nei primi nove mesi
2018) il margine operativo lordo è pari a 4,5 milioni rispetto ai
5,4 milioni precedenti. Il risultato netto consolidato, dopo le
imposte, è negativo per 4,1 milioni mentre era stati negativo per
579.000 euro nei primi nove mesi dell'anno scorso.
La
posizione finanziaria netta del Gruppo al 30 settembre è negativa
per 84,7 milioni, rispetto ao 73,7 milioni del 30 dicembre 2018, “a
seguito dei maggiori fabbisogni di capitale circolante e alla
prosecuzione degli investimenti per il rinnovo degli impianti e dei
magazzini nei vari stabilimenti del Gruppo”.
Sotto
l’aspetto previsionale, le ulteriori iniziative commerciali a
presidio del posizionamento premium dei marchi del Gruppo sul
mercato, il continuo controllo dei costi e il miglioramento in corso
dell’economia italiana con la ripresa dei consumi alimentari,
“portano a ritenere di poter confermare anche nel quarto trimestre
i risultati economici registrati nel corso del terzo trimestre del
2019”.