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John Elkann, presidente Fca, con la moglie Lavinia |
“Delle 32 quotate che fanno
riferimento, convenzionalmente, al Piemonte, soltanto una ha chiuso
positivamente tutte le cinque sedute della settimana borsistica
appena terminata: Fca – Fiat Chrysler Automobiles. Fra l'altro,
l'ultimo prezzo dell'azione della società controllata da Exor, che
fa capo alla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, è stato di 12,604 euro,
il più alto dal 24 luglio e tale da far attribuire a Fca il valore
di circa 19,8 miliardi da parte degli investitori”.
Incomincia così la rubrica domenicale
dedicata alle quotate piemontesi, che il Corriere Torino, edizione
locale del Corriere della Sera, ha ripreso a pubblicare oggi, 8
settembre, dopo la pausa estiva.
“Il titolo Fca si è rialzato,
ininterrottamente, dal 16 agosto e la sua quotazione è tornata ai
livelli raggiunti prima dell'esplosione della crisi politica italiana
che ha portato alla fine della maggioranza giallo-verde, alla nascita
di quella giallo-rossa e al nuovo Governo Conte” si legge nella
rubrica. Che spiega: “A far risalire l'azione Fca, nonostante le
turbolenze nazionali, la ripresa della guerra dei dazi Usa-Cina, i
rischi della Brexit hard, la stagnazione dell'economia italiana e la
brusca frenata della locomotiva tedesca, sono state le indiscrezioni
relative alla ripresa, sommersa, dei colloqui per l'accordo con
Renault” (voci non confermate dal governo francese), oltre che la
decisione Exor di valorizzare Iveco con il suo spin-off, così come è
stato fatto con Magneti Marelli.
Le vendite a spezzatino piacciono molto
a chi opera in Borsa e anche Fca ha diversi attivi che possono
prestarsi a queste operazioni. Fca ha 13 marchi, 102 stabilimenti e 199.000 dipendenti; nel 2018 ha venduto 4,8 milioni di veicoli e ha avuto ricavi netti pari a 110 miliardi di euro.
Comunque, a superare, senza danni, la
crisi politica italiana e le altre penalizzazioni borsistiche, sono
state anche le blue chip piemontesi Buzzi Unicem (19,445 euro il
prezzo di venerdì scorso, a fronte dei 18,295 del giorno
dell'annuncio della mozione di sfiducia di Matteo Salvini al Conte I,
Exor (64,52 euro da 58,72), Intesa Sanpaolo (2,067 euro da 1,8748),
Italgas (5,854 euro da 5,598) e Ubi Banca (2,377 euro da 2,10).
Delle altre due big piemontesi,
Diasorin ha evidenziato una sostanziale stabilità (106,20 euro a
fronte dei 106,50 del 9 agosto) mentre ha denunciato un ribasso la
Juventus, il cui prezzo è sceso da 1,504 a 1,4325 euro). La società
bianconera, anch'essa controllata da Exor, ha pagato il giudizio
negativo del suo operato sul calciomercato, che comporta costosi
esuberi.
Complessivamente, sono venti le quotate
piemontesi che hanno finito la settimana con un prezzo superiore a
quello di venerdì 9. Sono Autogrill (ultimo prezzo 8,74 euro),
Borgosesia (0,51 euro), Cdr Advance Capital (0,535), Centrale del
Latte d'Italia d'Italia (2,65), Conafi (0,314), Cover 50 (9,90), Dea
Capital (1,326), Fidia (4,30), Iren (2,484), Italia Independent
(1,79), Pattern (3,68), Pininfarina (1,85), Prima Industrie (13,84),
Reply (53,45).
Le altre subalpine che, invece, hanno
registrato un arretramento del loro valore rispetto al 9 agosto sono
Astm ( da 29,82 a 28,18 euro), Bim (da 0,152 a 0,144 euro), Basicnet
(da 4,39 a 4,19), Cofide (da 0,462 a 0,4575), Guala Closures (da 6,04
6,00), Ki Group (da 1,05 a 1,02), Sias (16,28 a 15,33) e Tinexta (da
12,48 a 11,48). Invariato il prezzo di M&C a 0,037 euro.