Nel Piano d’Impresa 2018-2021, Intesa
Sanpaolo si è impegnata a rafforzare la propria leadership nella
Corporate Social Responsibility, puntando a diventare un modello di
riferimento in termini di sostenibilità e di responsabilità sociale
e culturale. Coerentemente con questo impegno, Intesa Sanpaolo ha
deciso di essere una delle pochissime banche al mondo a pubblicare,
volontariamente, in un documento strutturato e organico, una
rendicontazione infra annuale di indicatori di natura non finanziaria.
L’obiettivo è disporre di un monitoraggio puntuale di progetti,
iniziative e indicatori quantitativi di performance nell’ambito Esg
(environmental, social, governance).
In particolare, Intesa Sanpaolo intende
fornire una comunicazione tempestiva sui progressi compiuti nei
confronti degli impegni di sostenibilità assunti dal Gruppo. A tal
fine, nel presente documento viene pubblicato, con riferimento al
primo semestre 2019, un set di indicatori di performance di natura
non finanziaria selezionato rispetto a quanto previsto dall’obbligo
di rendicontazione annuale assolto con la Dichiarazione Consolidata
Non Finanziaria.
La scelta degli indicatori è stata
guidata dalla loro rappresentatività rispetto ai temi materiali per
Intesa Sanpaolo, dunque prioritari per il Gruppo e i suoi
stakeholder, così come rappresentati nella matrice di materialità
2018, che ne evidenzia 11: Valore e solidità dell’azienda, Qualità
e innovazione nella relazione col cliente, Gestione responsabile del
risparmio e protezione del cliente, Accesso al credito e inclusione
finanziaria, Valorizzazione e sviluppo dei collaboratori, Integrità
nella condotta aziendale, Tutela del lavoro, Green economy, Relazioni
con la comunità, Benessere dei collaboratori e Impatti ambientali
diretti.
Fra l'altro, dalla nuova relazione si
legge che nei primi sei mesi di quest'anno Intesa Sanpaolo ha fornito
alle famiglie e alle imprese nuovi prestiti per 26 miliardi, ha speso
2,8 miliardi per il personale 2,8 miliardi e 0,9 miliardi per
acquisti e investimenti, mentre ha pagato imposte per 1,4 miliardi e
dividendi agli azionisti per 1,813 miliardi.
Inoltre, ha bloccato transazioni
fraudolente per 29 milioni, ha subito 13 rapine, ha erogato credito
per 1,8 miliardi finalizzato a iniziative ad alto impatto sociale,
microcredito e prestiti anti usura per 31,6 milioni, finanziamenti
agevolati per 55 milioni (2,2 a famiglie e imprese colpite dal crollo
del ponte Morandi di Genova), credito per 100 milioni a supporto
delle imprese sociali e al Terzo Settore, ha dato un contributo
monetario alla comunità pari a 29 milioni e 13,2 milioni per l'arte
e la cultura.
Sempre nel primo semestre, a livello di
gruppo, ha fatto 2.008 assunzioni, sottoscritto 15 accordi sindacali,
erogato 2,8 milioni di ore di formazione, erogato 2 milioni di euro
all'associazione dei lavoratori Intesa Sanpaolo (quasi 150.000 socia)
a sostegno di iniziative per il tempo libero; ha finanziato con 583
milioni iniziative con finalità ambientali e 543 milioni per la
circular economy.
Al 30 giugno scorso, il gruppo Intesa
Sanpaolo contava 4.213 fornitori, 3.284 dei quali in Italia. A quella
data, i dipendenti erano 90.162 (41.868 maschi): in Italia erano
67.164, in Croazia 5.213, in Egitto 4.958, i n Slovacchia 4.189, in
Serbia 3.073, in Ungheria 2.285, in Russia 1.161. I dirigenti erano
l'1,7% dei dipendenti e per il 73,7% erano uomini. A cessare il
lavoro nel gruppo, dall'inizio di gennaio alla fine di giugno, sono
stati 3.333. Nello stesso periodo, le promozioni sono state 1.414,
delle quali 846 di donne. I dipendenti iscritti al sindacato sono
58.475.