Il
torinese Pietro Gorlier, responsabile di Fca per l'area Emea (Europa,
Medio Oriente e Africa) e Luigi Ferraris, amministratore delegato di
Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, hanno
firmato un'intesa per una sperimentazione congiunta nel campo della
mobilità sostenibile che prevede l'interazione delle vetture
elettriche con la rete. L'obiettivo è la creazione di una
infrastruttura di ricarica intelligente, che permetta alle auto
elettriche non solo di ricaricarsi, ma anche di immettere in rete la
potenza in eccesso.
La connessione dei veicoli alle infrastrutture di ricarica, infatti, creerà un picco di richiesta di potenza alla rete in alcune ore della giornata (il fatto che le auto vengano ricaricate soprattutto nel tardo pomeriggio e nella notte, quando le persone rientrano dal lavoro, mal si sposa col calo della produzione fotovoltaica in quella fascia oraria); ma la capacità fornita dalle auto in sosta contribuirà a stabilizzarla, riducendo, nel contempo, il costo di esercizio della vettura.
L'accordo prevede la nascita di un laboratorio, con una infrastruttura di ricarica dedicata, nella sede torinese di Terna, società quotata in Borsa e presieduta dalla novarese Catia Bastioli. Inoltre, sarà avviato uno studio per sperimentare, a Mirafiori, l'interazione di una flotta di auto elettriche V2g (Vehicle to grid) con la rete. Le auto saranno inizialmente 64, ma Fca, che nel secondo trimestre del 2020 avvierà a Mirafiori la produzione della 500 elettrica, punta ad arrivare a 600-700, per quello che al momento è un esperimento unico in Italia.
Si stima che nel 2030 ci saranno, in Italia, sei milioni di auto elettriche e l’energia verrà prodotta principalmente da fonti rinnovabili e pertanto non programmabili.
La connessione dei veicoli alle infrastrutture di ricarica, infatti, creerà un picco di richiesta di potenza alla rete in alcune ore della giornata (il fatto che le auto vengano ricaricate soprattutto nel tardo pomeriggio e nella notte, quando le persone rientrano dal lavoro, mal si sposa col calo della produzione fotovoltaica in quella fascia oraria); ma la capacità fornita dalle auto in sosta contribuirà a stabilizzarla, riducendo, nel contempo, il costo di esercizio della vettura.
L'accordo prevede la nascita di un laboratorio, con una infrastruttura di ricarica dedicata, nella sede torinese di Terna, società quotata in Borsa e presieduta dalla novarese Catia Bastioli. Inoltre, sarà avviato uno studio per sperimentare, a Mirafiori, l'interazione di una flotta di auto elettriche V2g (Vehicle to grid) con la rete. Le auto saranno inizialmente 64, ma Fca, che nel secondo trimestre del 2020 avvierà a Mirafiori la produzione della 500 elettrica, punta ad arrivare a 600-700, per quello che al momento è un esperimento unico in Italia.
Si stima che nel 2030 ci saranno, in Italia, sei milioni di auto elettriche e l’energia verrà prodotta principalmente da fonti rinnovabili e pertanto non programmabili.
“Andiamo
verso un futuro di generazione distribuita – ha commentato Luigi
Ferraris – perchè le auto elettriche avranno un forte impatto sul
bilanciamento del sistema: diventeranno
vere e proprie ‘batterie con le ruote’ e
la collaborazione con Fca ci permetterà di comprendere come mettere
una consistente flotta di auto al servizio della rete”.
“I
veicoli saranno in grado di immettere nella rete una potenza di 25 MW
e questo è il primo progetto pilota che coinvolge un’intera
flotta”, ha aggiunto Pietro Gorlier, sottolineando che “questo
progetto è un importante tassello per la e-mobility: non
si tratta soltanto di produrre automobili sostenibili ma di creare un
ecosistema, che
renda la vita più facile ai clienti, di creare per così dire una
economia circolare dell’energia”.
Questo
sarà possibile grazie a colonnine di ricarica sempre più smart, che
facciano del V2G una regola: “Quando quello delle auto elettriche
sarà un mercato – ha spiegato Ferraris – è evidente che i
veicoli non dovranno più soltanto ricaricarsi ma anche re-immettere
energia nella
rete”.