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Fiat Panda, la vettura più venduta in Italia |
Il
mercato italiano dell’auto in maggio ha totalizzato 197.307 nuove
immatricolazioni, l’1,2% in meno rispetto allo stesso mese del
2018. Così il totale dei primi cinque mesi è risultato di 910.093
(-3,8%). Dopo il lieve recupero di aprile (+1,5%), unico mese
positivo finora, le vendite sono tornate a scendere, “pur
beneficiando di un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso
mese del 2018, senza il quale il calo sarebbe stato maggiore” ha
commentato Paolo Scudieri, il presidente di Anfia, l'associazione
nazionale dei costruttori del settore.
Dall'Anfia
hanno fatto notare che le immatricolazioni di vetture elettriche nel
mese scorso (1.190, pari allo 0,6% del mercato) sono quasi il doppio
di quelle di maggio 2018, che a loro volta erano il quadruplo di
quelle vendute a maggio 2017. Nei primi cinque mesi, le elettriche
immatricolate sono quasi 3.600, il doppio rispetto a un anno fa.
Le
auto ricaricabili rientrano, per la maggior parte, tra quelle che
usufruiscono dell'Ecobonus. Anche le auto ibride (incluse le plug-in)
riportano una crescita del 36% a maggio (con una quota del 5,4%, un
punto e mezzo in più rispetto a maggio dello scorso anno) e del 33%
nei primi cinque mesi. Tra le ibride, registrano la crescita
maggiore, nel mese, le ricaricabili (+53% e 480 unità, contro il
+35% e 10.000 unità delle ibride tradizionali, che pure, nel primo
trimestre del 2019, hanno collocato l'Italia al secondo posto in
questo segmento in Europa).
“La
misura dell’Ecobonus sta spingendo un comparto (vetture elettriche
e ibride ricaricabili) che, a fine anno, potrebbe rappresentare tra
l’1% e il 2% del mercato, pur in un contesto di infrastrutture
ancora fortemente carenti” ha detto il presidente dell'Anfia.
Le
marche nazionali, nel complesso, in maggio hanno fatto registrare
52.273 immatricolazioni (-6%) e la quota del 26,5% del mercato. Da
gennaio, le immatricolazioni complessive ammontano a 230.665 unità
(-11,8%), pari al 25,3% del mercato.
In
particolare, in maggio, la marca Fiat ha contato 34.900 acquirenti
(-1,42% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso), l'Alfa Romeo
2.348 (-50,97%), Lancia-Chrysler 6.090 (+20,12%), Jeep 8.460
(-14,54%), Ferrari 45 (42 nel maggio 2018), Maserati 196 (222) e
Lamborghini 48 (17).
Sono
sei, a maggio, i modelli italiani nella top ten delle vendite, con
Fiat Panda (13.631 unità) ancora in prima posizione, seguita, al
secondo posto, da Fiat 500 (6.361) e, al quarto, da Lancia Ypsilon
(6.090). Al quinto posto troviamo Fiat 500X (3.938), al sesto Jeep
Renegade (5.263) e, al nono, Fiat 500L (4.345).
Più
Fca, in maggio, hanno perso il gruppo Jaguar Land Rover, che ha
venduto 1.765 vetture (-31%), il gruppo Nissan, che ne ha consegnate
4.000 (-23,85%) il gruppo Daimler (Mercedes e Smart), sceso a 8.412
(-9,03%). Ford è calata a 11.908 consegne finali (-6,95%). Diminuite
anche le vendite di Kia a 4.009 (-16,36%) e Hyundai a 4.657
(-11,88%).
Invece,
il gruppo Psa (Peugeot-Citroen-Ds-Opel-Vauhall) ha fatto registrare
29.959 nuove immatricolazioni(+3,5%), il gruppo Volkswagen (comprende
anche Audi, Seat, Skoda, Porsche e Lamborghini) 31.429 (+7,95%), il
gruppo Renault (con Dacia) 21.956 (+2,2%) e il gruppo Bmw (con Mini)
7.630 (+5%).
“Nello
scenario attuale del mercato – ha detto Michele Crisci, presidente
dell’Unrae, l’associazione delle Case automobilistiche estere –
abbiamo accolto con grande interesse le recenti dichiarazioni del
vice presidente del Consiglio dei Ministri e ministro dell'Interno,
Matteo Salvini, sull’impegno del Governo a operare già nella
manovra finanziaria del prossimo autunno per portare al 100% la
detraibilità dell’Iva sulle auto aziendali”.
“Ci
auguriamo – ha aggiunto Crisci – che il Governo possa finalmente
porre l’attenzione dovuta a un settore nevralgico per il sistema
economico del nostro Paese, attivandosi con interventi sulla
fiscalità delle auto aziendali, tema sul quale la nostra
associazione si batte da molti anni. Infatti, riteniamo che la
revisione della fiscalità sia una delle leve strategiche per lo
sviluppo e il rilancio delle imprese italiane, aumentandone la
competitività anche nei confronti di quelle straniere che, non solo
beneficiano di una detraibilità totale dell’Iva sulle auto
aziendali, ma anche di maggiori deducibilità. Misure del genere
potrebbero rappresentare un volano per incentivare le imprese ad
aumentare gli investimenti e di conseguenza anche uno strumento per
accelerare il rinnovo del parco circolante, che al momento presenta
tassi di sostituzione assolutamente insufficienti”.
“Una
manovra in tal senso – ha concluso Crisi - potrebbe portare volumi
incrementali stimati nell’ordine delle 100.000 unità, con ritorni
benefici per l’Erario in termini di maggior gettito Iva e Ipt, da
noi calcolati in circa 450 milioni di euro l’anno, rendendo non
necessaria una copertura finanziaria, per non parlare degli effetti
positivi su ambiente e sicurezza della circolazione”.
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