![]() |
Il capo del governo Conte con i due vice Di Maio e Salvini |
“Una vera e propria stangata”
sostiene la Cgia, l'associazione degli artigiani e delle piccole
imprese di mestre, il cui coordinatore dell'Ufficio studi, Paolo
Zabeo aggiunge: “Oltre ad avere una pressione fiscale tra le più
elevate d’Europa, in Italia è estremamente difficile anche pagare
le tasse. La complessità e la farraginosità del nostro sistema
tributario spesso mette in seria difficoltà perfino gli addetti ai
lavori, come i commercialisti, le associazioni di categoria o i Caf.
Figuriamoci gli imprenditori, in particolar modo quelli piccoli, che,
all’interno della propria attività, in moltissimi casi, non
dispongono nemmeno di un ufficio amministrativo minimamente
strutturato”.
Secondo la stima elaborata dall’Ufficio
studi della Cgia, entro lunedì gli imprenditori dovranno pagare al
fisco le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori (12
miliardi di euro), mentre famiglie e imprese saranno chiamate a
versare l’Imu-Tasi in capo alle seconde e terze case e agli
immobili strumentali (9,9 miliardi di euro). Industriali,
commercianti, artigiani e lavoratori autonomi, inoltre, dovranno
versare l’Iva allo Stato (9,8 miliardi) e, infine, si dovranno
corrispondere le ritenute Irpef trattenute sui compensi dei
lavoratori autonomi (935 milioni di euro) “Con una tassazione
inferiore e più semplice – ha commentato Renato Mason, Segretario
della Cgia – anche l’Amministrazione finanziaria potrebbe
lavorare meglio ed essere più efficace. La selva di leggi, decreti e
circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario,
invece, complica la vita a tutti, relegandoci tra il gruppo di Paesi
meno attrattivi per gli investitori stranieri anche per questo
motivo”.
![]() |
Giovanni Tria, ministro dell'Economia e delle Finanze |
Ma c’è dell’altro. “Entro lunedì
– segnalano dalla Cgia– non saranno pochi gli imprenditori che
avranno difficoltà a recuperare le risorse economiche per onorare
gli impegni fiscali. Oltre alla congiuntura difficile, le banche
continuano a erogare il credito con il contagocce”. Sebbene la
situazione dei crediti deteriorati sia scesa ai livelli pre-crisi, i
prestiti bancari alle imprese di piccola dimensione (meno di 20
addetti) sono in costante calo dal 2012.
Una contrazione che, secondo la Banca
d’Italia, solo in parte è ascrivibile a una diminuzione della
domanda di credito o a fattori di rischio. Questo trend, purtroppo, è
proseguito anche nei primi mesi di quest’anno. Nello scorso mese di
marzo, infatti, l’erogazione alle piccole aziende produttive è
scesa del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Oltre alle tasse, in Italia un problema
è anche il peso dell’oppressione fiscale. che ostacola l’attività
quotidiana delle imprese. Al netto delle tariffe applicate dai
commercialisti per la tenuta della contabilità aziendale, secondo
una indagine realizzata periodicamente dalla Presidenza del Consiglio
dei Ministri, il costo della burocrazia fiscale in capo agli
imprenditori (obblighi, dichiarativi, certificazione dei
corrispettivi, tenuta dei registri, etc.), ammonta a circa 3 miliardi
di euro all’anno. “Una cifra diventata insostenibile, che sottrae
tempo e denaro a chi, invece, vorrebbe impiegare queste risorse per
creare più ricchezza e nuovi posti di lavoro” conclude la Cgia.
Nessun commento:
Posta un commento